Il pranzo di pasqua

Non toccava a lei fare la spesa, era nei patti, e invece la fece e proprio per il pranzo di pasqua.
Lui l’amava ma quel blitz indesiderato era fuori dalle sue competenze.
– Amore ho comprato per domani dei bellissimi ossobuchi.
Lui li guardò con disprezzo: ossobuchi di manzo, non sarebbero venuti buoni mai.
Ma odiava sprecare il cibo e il mattino seguente tra un mugugno e e un altro cercò di cucinarli.
A mezzogiorno non c’era nessuna possibilità di mangiarli, duri come sassi.
Alle quattro avevano un aspetto quasi decente ma potevano essere mangiati solo da Duck denti d’acciaio.
Alle sette la poverina tentò di mischiare le carte dichiarando che secondo lei erano cotti e certamente buonissimi.
Alle nove di sera furono messi a tavola più per disperazione che per altro.
Lui prese quello più sottile, aveva la stessa consistenza della suola delle sue scarpe.
Lei, come per sfida, prese quello più grosso e con disinvoltura la bugiarda sciorinò una serie interminabile di: “buono, il limone ci sta benissimo, anche il sale poi è perfetto.”
Lui sopportò in silenzio.
“Visto? In fondo non sono poi così duri ”
Non bisogna mai esagerare.
La soffocò con la borsa della spesa .
Ora almeno era certo che non l’avrebbe più fatta.

Micro pandemia dedicato a chi non sa cucinare e dintorniI

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